giovedì 22 dicembre 2016

MINITRAIL DIVENTA LIBRO !



Una storia in cui si mescolano magia e sport, amicizia e scoperta, avventura... 
Proprio come nei minitrail, le piccole grandi corse in natura per i più giovani.

C’è qualcosa di magico in ogni bambino, qualcosa di meraviglioso in ogni corsa, qualcosa di vero nello scoprire il proprio limite e spostarlo più in là.
Poi, se la corsa avviene la notte del Solstizio d’Estate, in mezzo ad una natura pulita che la leggenda vuole abitata da creature particolari, il cammino di ciascuno si illumina, e diventa scoperta, condivisione, gioia.
Tutto questo accade, a Colle Fatato…


La Corsa di Colle Fatato
di Laura Walter
Illustrazioni di Matteo Grassi
Edizioni SPIRITO TRAIL
Pagine 48, carta patinata a colori
Prezzo di copertina 10 euro (il ricavato andrà a finanziare il progetto miniTrail)
Disponibile su ordinazione: minitrail.it@gmail.com


LAURA WALTER ha scritto romanzi per ragazzi, tra cui la trilogia di Mistica Maëva (Rizzoli 2006, 2012, 2015), La Grande P.P.P. (Fabbri, 2005) o La voce delle stelle (Kite 2012) dedicato alla vita di Galileo Galilei. Ma ha anche raccontato tante storie per i più piccoli, come L'agenzia Cammincammina (Emme Edizioni, 2008), Cloni di fate (Rizzoli, 2008), L'uovo di Colomba (Emme Edizioni, 2012), Zuppa fatata, zuppa stregata (Paoline edizioni, 2013), o Il Favoloso Gelato tocatì (Emme Edizioni, 2012). Dopo aver incrociato il minitrail lungo il suo cammino ha pensato che poteva scriverci su una bella avventura.





MATTEO GRASSI è redattore di SPIRITO TRAIL, scrive articoli per la Rivista e per il web, dove pubblica anche i suoi “schizzi” satirici. Altri suoi disegni sono stati utilizzati per promuovere alcuni trail (Duerocche, TCE), ma soprattutto gli eventi minitrail. Movimento cui ha dato avvio e che sta promuovendo anche grazie a questo libro, che ha illustrato coronando un suo sogno e mettendo assieme le sue più grandi passioni.

MINITRAIL è corsa all'aria aperta, nei prati, nei boschi, sul fango. È sport, ma è anche gioco, avventura e amicizia. E tempo speso bene per la famiglia... 

pagina web -
pagina Fb -

Stai pensando: "E' UN LIBRO FANTASTICO SI'... MA DOVE TROVARLO?"

Ma è semplicissimo:

- lo puoi ordinare via mail

- lo puoi trovare ai prossimi minitrail (uff, mancano ancora tre mesi!)

- ci possiamo trovare da qualche parte...

oppure - a partire da venerdì pomeriggio - lo puoi trovare anche presso:

La Bottega Sfusa, Padova, Piazza Severi, 29 (Zona S. Rita)

United sports equipment, Selvazzano Dentro (Pd), Via Monte Grappa, 14

Libreria Mondolibro, Via Santuario, 39, 35031 Abano Terme (PD) (Monteortone).


Buone letture e buone corse!


Lo Staff Minitrail


martedì 20 dicembre 2016

L’IMPORTANZA DELLA FRUTTA SECCA



Quando ho cominciato a scrivere (quindi proprio adesso) mi sono resa immediatamente conto che forse sarebbe stato meglio prima blaterare un po’ più sul ph e sulle combinazioni alimentari. Perché non farlo? Uhm. Perché è lunedì ed è pure l’ultima settimana di Agosto e la depressione, visto l’argomento, poteva impennare oltre i limiti consentiti. Lasciamo quindi che lo stramaledetto ph – spesso responsabile di patemi d’animo e giornate tristissime coronate da frasi del tipo “ma mangio poco, corro e non riesco a buttar giù un etto!” – sopraggiunga tra qualche giorno (e mangiamoci altre tre vaschette di gelato, suvvia!). Perché scopriremo che no. Non è mangiar poco (niente di più sbagliato) e neanche “solo sano” ma anche saper abbinare gli elementi e alimenti – Eureka!

La Frutta secca – mi sia concessa l’esclamazione d’antan ma sempre attuale – “porella!” è nella stragrande maggioranza dei casi demonizzata e vista come un surplus. Questo perché nell’immaginario comune, senza girarci tanto intorno, compare un’unica visione: tavolata immensa, parenti ubriachi, zia che ti chiede “a quando il matrimonio? a quando un figlio? a quando il secondo?” (a quando l’espatrio, zietta?), panettone con mascarpone e canditi, vassoio interminabile di dolci dopo otto portate e. E ciotolone con noci, noccioline, arachidi, semi di zucca salati e tostati, mandorle glassate e impanate. Spaventa la comune capacità di ingurgitare frutta secca dopo aver immesso novemila calorie. Tutti ne siamo vittime. Anche dopo aver chiaramente espresso il proposito davanti a tutti di non voler mangiare fino a Capodanno al momento delle noccioline siamo tutti lì che ci spintoniamo, ed è incredibile come dopo tre pugnetti di arachidi e noccioline la cotoletta avanzata della nonna ci starebbe proprio bene dopo il pandoro con la crema pasticcera.



La Frutta secca – mi gioco la granita al pistacchio che sto mangiando mentre ticchetto (ahem)! – è demonizzata per questo motivo. Siamo abituati a pensare che sono alimenti “da festa” e legati alle grandi occasioni. Allo stesso modo che sono incontrollabili e ingestibili perché si ha voglia di mangiarne a chilate come le patatine chips in sacchetto (Noi di Runlovers le facciamo al microonde e senza olio! Hai visto?). Ecco, fermiamoci qui. Le patatine in sacchetto sono sì una tira l’altra ma sarebbe lo stesso se parlassimo di patate bollite? Chiaramente no. Lo stesso vale per la frutta secca. È lo stesso pensare a delle noccioline americane al naturale da sgusciare e sgranocchiare e poi al pacchetto di arachidi salatissime già pronte e belle unte? Chiaramente no. La frutta secca, intesa come al naturale, dovrebbe essere presente nella dieta giornaliera e vista come vero e proprio spuntino. La presenza di acidi grassi essenziali, vitamine e minerali e non in ultimo il potere altamente saziante e nutritivo dovrebbe incentivarci ad inserirla, senza dubbio alcuno, a colazione e merenda in primis ma anche durante i pasti principali. Le mandorle, ad esempio, nelle zuppe autunnali che ci accingiamo a prepare (evviva il cielo) sono perfette se frullate all’interno, sia per dare consistenza e sapore che per nutrimento e salute. Gli anacardi al naturale formano delle deliziose cremine spalmabili ( e i cosiddetti formaggi vegani) dal potere altamente proteico.

Sulla frutta secca e quell’essiccata (evvabbè pure sui semi. Toglietemi la tastiera subito o non so come contenermi!) ce ne sarebbero di cose da dire. Ad esempio, la frutta essiccata (tra qualche settimana qui, nelle cucine di RunLovers, azioneremo l’essiccatore e ci daremo giù di brutto! Sarà un autunno all’insegna dell’essiccamento e dello stupore generale. Si risparmia in denaro e mai in salute!) per un Runner – tanto quanto quella secca – dovrebbe essere onnipresente, soprattutto per quanto concerne lato colazione. Infatti la frutta essiccata (mele, datteri, fichi, prugne, alnbicocche, uva passa, banana e così via) contiene zuccheri concentrati (per l’assenza di acqua) ma di solo fruttosio, perfetti per l’energia pre e post corsa.

Ma – mi contengo – è lunedì e l’ultima settimana di Agosto e siamo ancora con la vaschetta di gelato in mano, lo strazio del rientro e il cambio di stagione degli armadi in arrivo. Peggiorare la situazione sarebbe sadismo.

Allora facciamo che sintetizziamo nelle:

5 cose Random e Importanti sulla frutta secca

Anacardi, Noci (del Brasile, di Macadamia etc.), Mandorle, Pistacchi, Arachidi (anche se fanno parte della famiglia delle leguminose ma vengono spesso citate nella frutta secca per proprietà. Un attimo non confondiamoci e fidati ok?), Pinoli. Micromondi dove si trova solo ed esclusivamente benessere. Ne dico un altro? Ok! Acido folico, senza contare alcuni componenti che incidono sull’umore. Combattono i radicali liberi e riducono il rischio di malattie metaboliche. L’arginina presente nelle noci ad esempio dilata i vasi sanguigni e molti sportivi le adoperano prima degli allenamenti più duri (stimola la produzione di linfociti, capaci di combattere le cellule cancerogene). Antiossidanti e betacarotene. Una lista infinita e variegata per ogni tipologia. Con le mandorle si può preparare in casa anche un delizioso latte, senza alcun tipo di zuccheri perfetto per la colazione e ottimo sostituito – senza lattosio – pre e post allenamento.

Proprietà

La Frutta secca va inserita correttamente nella dieta, proprio perché altamente energetica; questo però non deve in alcun modo influenzarne l’uso. Leggenda metropolitana vuole che sia più adatta se si segue un regime alimentare vegetariano e vegano. E perché mai? I grassi contenuti all’interno sono monoinsaturi e polinsaturi, ovvero quelli che aiutano a combattere il colesterolo. Di sali minerali, tanto quanto le vitamine, ce ne sono davvero molti e variano dal potassio al fosforo sino al calcio, al magnesio e al ferro. Contengono fibra e sono utilissimi per la stitichezza – nel senso che aumentano poi anche il volume delle feci- senza contare l’azione benefica rigenerante che hanno sul fegato. Saziano, favoriscono il transito intestinale. Chi si ciba anche di carne e pesce DEVE inserire ugualmente la frutta secca all’interno della propria dieta. Le mandorle nel pollo sono deliziose. Le noci con le pere e formaggio, pure. Un buon pesto di pistacchi per condire la pasta è perfetto e con il burro di arachidi, soprattutto fatto in casa in pochi minuti, si possono condire anche deliziosi panini (o semplicemente da spalmare su una buona fetta biscottata).

Meglio comprarla con il guscio?

La frutta secca – come tutto – sarebbe meglio acquistarla nel proprio guscio e siamo tutti d’accordo ma onestamente per i tipi di lavoro che si svolgono e per il tempo maledetto che scarseggia star lì ad aprire noci e mandorle la vedo dura qualche volta. Incentivarne all’uso sì ma scoraggiare in partenza non mi pare il caso. Andrà benissimo anche quella sgusciata che si trova in commercio (magari lì è meglio dar sempre un occhio alla tabella nutrizionale. Non sia mai che abbiano messo sali, zuccheri o schifezze assortite perché può capitare eccome). Se si ha voglia di uno snack ancora più gustoso pensare di tostarla in padella o al forno -su carta forno- e aggiungere sale e spezie non ha mai ucciso nessuno. Un conto è comprare un prodotto confezionato con sale e schifezze aggiunte. Un conto è farlo in casa, qualche volta, con del buon sale e controllandone magari la quantità e i metodi di cottura.

Ma come e quando la consumo?

La frutta secca è facilmente trasportabile: in ufficio, nel taschino dei pantaloncini con cui corriamo, in borsa e ovunque. Tirar fuori la nostre dose quotidiana e sgranocchiarla alla bisogna è quanto di più salutare, comodo e veloce si possa regalare alla nostra salute. Allo stesso modo la frutta essiccata e i semi. Fare dei veri e propri pacchettini misti di queste delizie salutari ci garantisce: sazietà, benessere e buon umore.


Fonte: RunLovers





domenica 18 dicembre 2016

FREDDO E ARTICOLAZIONI



L'inverno arriverà ufficialmente fra qualche giorno, ma il clima tipico di questa stagione si è fatto sentire già da qualche settimana con il conseguente condizionamento delle prestazioni sportive. Il freddo, associato all'alto tasso di umidità rilevabile con le foschie e le nebbie nelle ore estreme del giorno, altera l'efficienza fisica, e di conseguenza il rendimento sportivo.

Tra gli effetti che il clima freddo e umido determina a livello fisico, c'è il minor flusso di sangue alla periferia, vale a dire alle fibre muscolari più superficiali, ed una maggiore difficoltà nei movimenti. Questi aspetti condizionano soprattutto i podisti meno giovani ed anche meno allenati, perché è più ridotto il flusso di sangue verso i muscoli in seguito ad un'inferiore capacità del cuore di pompare sangue (anche il cuore, come i muscoli scheletrici, con il tempo perde capacità contrattile) e perché percorrendo meno chilometri è ridotta la rete di vasi capillari che diffondono il sangue nelle fibre muscolari.

Per tutti i podisti, comunque, il calo di rendimento indotto dal clima invernale è causato dalla maggiore difficoltà ad eseguire i movimenti. E' risaputo che le fibre muscolari calano di numero e di volume con il passare degli anni, e quindi i movimenti del corpo sono ridotti per effetto del minor livello di tono e di forza. A risentirne è anche il range articolare, sebbene nei podisti (come nei ciclisti) i movimenti delle articolazioni per compiere il gesto tecnico sono molto limitati e contenuti rispetto ad altre discipline sportive (sci, tennis, calcio, basket).
Il freddo, associato all'umidità, fa aumentare quindi gli “attriti” dei movimenti del corpo e di conseguenza aumenta il dispendio energetico. Il minor rendimento che molti podisti rilevano con il freddo è causato in buona parte dalla perdita di efficienza meccanica, specialmente quando si deve tenere una falcata ampia. Il rallentamento si rileva maggiormente sulle andature veloci che non su quelle lente, tanto che nelle sedute di basso impegno muscolare ed organico il rallentamento può anche essere nullo, mentre può arrivare a 10”/km quando si corre più velocemente del ritmo gara di 10km.

In ogni caso, la maggiore perdita di efficienza/rendimento viene rilevata nella prima parte della seduta, quando il corpo è maggiormente condizionato dagli effetti del freddo, tanto che si percepisce più fatica (maggiore richiesta energetica) nei primi minuti di corsa rispetto alla parte finale della seduta.

Per contrastare e limitare i condizionamenti del freddo è ovviamente preferibile svolgere un'attivazione (riscaldamento) maggiore rispetto ad altre stagioni. E' fortemente suggerito svolgere esercizi di mobilità articolare prima di iniziare la seduta; meglio evitare la ginnastica di allungamento passiva perché i muscoli necessitano di calore per lavorare con maggior efficienza; quindi lo stretching va eseguito – sempre – a fine seduta. Inoltre, è preferibile non solo allungare la fase di riscaldamento (anche 10' in più del solito per un podista over 40), ma anche strutturare l'allenamento con la parte veloce nel finale di seduta. E' il caso dei podisti che in inverno svolgono sedute intervallate su distanze corte (200, 300, 400, 500m) e/o corrono allenamenti di sprint e ripetute in salita.

Se è verificabile che i disagi indotti dal freddo sono maggiori nel mettersi in moto, una volta che il sangue si è diffuso in buona parte del corpo il rendimento e l'efficienza meccanica sono praticamente normali nella seconda parte della seduta. In questo caso è piacevole apprezzare che quando si è “ben riscaldati” si percepisce davvero un buon rendimento, tanto che la situazione può essere euforizzante a livello psicologico perché la differenza di rendimento tra l'inizio della seduta e la seconda parte è nettamente maggiore rispetto a quando invece ci si allena con un clima meno contrastato.

Infine, non per tutti gli effetti del freddo sono negativi: per quei podisti che hanno un alto livello di calore metabolico (il calore prodotto dal corpo per compiere movimento) - evidenziabile spesso con un alto tasso di sudorazione - il freddo (inteso come la temperatura dell'aria di 3° e meno) può diventare un vantaggio perché il calore prodotto sotto sforzo è inferiore. Per questi soggetti il freddo è l'occasione per esprimere un alto potenziale di rendimento.





sabato 17 dicembre 2016

SABATO 14/01/2017 TRAIL AUTOGESTITO MONTE PIZZOC - AMATORI ATLETICA CHIRIGNAGO




Sabato 14/01/2017

Trail Autogestito Amatori Atletica Chirignago 

Serravalle – Monte Pizzoc (rifugio Città di Vittorio Veneto)

RITROVO ORE 07:00 PARGHEGGIO SPORTLER TREVISO SUD

Composizione macchine e partenza per Serravalle di Vittorio Veneto 

Attacco del sentiero 07:45 / 08:00

Km complessivi 18 circa

D+ 1100

Il percorso è classificato con il bollino azzurro (itinerario escursionistico). 

Itinerario che si svolge quasi sempre su sentieri oppure su terreno vario (pascoli, detriti, pietraie) con segnalazioni. Si sviluppa, a volte, su terreni aperti ma non difficoltosi. Può svolgersi su pendii ripidi. 

Per partecipare noi CONSIGLIAMO i seguenti requisiti: 
  • esperienza e conoscenza MINIMA dell’ambiente montano sapere seguire un sentiero, di affrontare imprevisti tipici dell'ambiente naturale montano, come un temporale, la riduzione di visibilità, 
  • assenza di vertigini;
  • buona preparazione fisica (essere in grado di correre una mezza maratona);
  • massima prudenza (IL PERCORSO NON PREVEDE ALCUN TRATTO ESPOSTO NE ALCUN TRATTO ATTREZZATO);
  • rispetto dell’ambiente;
  • abbigliamento adeguato alla situazione ed a temperature che possono oscillare dai – 10 ai + 10

CONSIGLIAMO VIVAMENTE IL SEGUENTE MATERIALE:

  • scarpe da trail running (assolutamente no scarpe da running se mai scarponcini da trekking))
  • telefono cellulare 
  • zainetto
  • riserva d’acqua almeno 1 litro
  • riserva alimentare (barrette / gel)
  • coperta di sopravvivenza 
  • giacca a vento con cappuccio impermeabile
  • pantaloni da corsa a gamba lunga o pantaloni al ginocchio + calze che coprano tutta la gamba
  • cappellino o bandana
  • guanti
  • Secondo strato caldo in più : un secondo strato caldo, a maniche lunghe (escluso cotone)
Il Trail si svolgerà in semi autosufficienza idrica e alimentare, la semi autosufficienza è definita come la capacità ad essere autonomi tra due punti di ristoro, riferita alla sicurezza, all'alimentazione ed all'equipaggiamento, permettendo così di adattarsi ai problemi riscontrati o prevedibili (brutto tempo, fastidi fisici, infortuni ecc).

Il trail si svolgerà con qualsiasi condizioni meteo previa valutazione delle condizioni di sicurezza.

NON SI TRATTA DI UNA GARA ma di una giornata da passare in allegria con l’intento di avvicinare al mondo del trail chi non lo avesse mai praticato IL RITMO SARA’ QUELLO DEL PIU’ LENTO AL TERMINE COME DA TRADIZIONE T.A. CHE SI RISPETTI SI BRINDERA’ ASSIEME.

Con noi avremo un kit di pronto soccorso

Il rifugio città di Vittorio Veneto dovrebbe esser aperto (prima della partenza lo verificheremo)

Se manca materiale chiedetecelo che possiamo vedere di recuperarlo

DAI CHE 'NDEMO!!!


mercoledì 14 dicembre 2016

ITALY DIVIDE



Avete mai pensato ad una nuova avventura ? non una gara, ma una sfida con se stessi, senza aiuti dall’esterno ed in un contesto unico…bene allora siete pronti per

ITALY DIVIDE



la manifestazione adventure totalmente unsupported dove per la prima volta bikepackers e ultraranners affronteranno insieme una sfida epica.

Partiremo da Roma all’ombra del Colosseo per arrivare a Torbole sul lago di Garda, percorrendo l’antica via Appia attraverseremo il Lazio e fiancheggiando il lago di Bolsena arriveremo in Toscana. Attraverso strade bianche e sentieri raggiungeremo Siena per poi immergerci negli splendidi paesaggi del Chianti Shire.


Arrivati a Firenze ci aspetterà l’antica Via degli Dei che valica gli appennini fino a Bologna. La fatica sarà ampiamente ripagata dal contesto unico e dal buon cibo e l’ospitalità di questa generosa terra.

Da Bologna attraverseremo tutta la pianura Padana fino a Mantova prima di arrivare a Peschiera sulle rive del Lago di Garda.

L’ascesa al monte Baldo e la via del Ponale vi toglieranno il fiato in tutti i sensi….. paesaggi fantastici e una traccia unica.

900 km e 25000 metri di dislivello positivo, una traccia gps e sette basi vita dislocate lungo il percorso, tutto completamente unsupported, quindi senza nessuna crew, sarete voi a decidere dove e quando mangiare e dormire.

Il tracciato presenterà molteplici “fondi”; dalle lastricate strade romane, alle “carraie” bianche toscane o i sentieri alpini, questo naturalmente renderà tutto più difficile ma ricordatevi che non è una gara ma una vera avventura, quindi potrete camminare o correre sfidando il tempo, questo sarete voi a deciderlo!

Un esperienza unica attraverso il più bel paese del mondo…l’italia….per potersela gustare nel migliore dei modi.








RECENSIONE DELLA NUOVA LAMPADA PETZL NAO +


Finalmente arrivata dopo mesi di attesa (presentata a Marzo) la nuovissima lampada frontale Petzl Nao + si pone di nuove al vertice nella categorie delle frontali specializzate per utilizzo active (Trail Running, Sci Alpinismo e Outdoor).
La sua compattezza, leggerezza e il rapporto qualità prezzo la rendono senza dubbio la frontale più utilizzata dagli atleti in ogni competizione.
Ma vediamola nel particolare questa nuova chicca della casa francese.
Tecnologie all’avanguardia
La nuova Nao + è una lampada frontale multifunzione ultrapotente, ricaricabile e programmabile, grazie all’applicazione MyPetzl Light che vedremo dopo nel dettaglio. È dotata della tecnologia REACTIVE LIGHTING che adatta automaticamente l’intensità luminosa alle esigenze dell’utilizzatore.

Con la potenza di 750 lumen, NAO + è il punto di riferimento assoluto e la differenza con la sua sorella precedente si vede bene! Anche su questa versione la tecnologia Reactive Lighting permette maggiore autonomia, comfort visivo e interventi manuali ridotti al minimo; la potenza d’illuminazione e la forma del fascio luminoso si adattano automaticamente, grazie ad un sensore di luminosità che consente di ottimizzare l’utilizzo della batteria e, in base all’autonomia scelta (6h30 o 15 h), la potenza d’illuminazione si regola automaticamente secondo due modalità: MAX POWER e MAX AUTONOMY.
È inoltre possibile utilizzare la lampada con la tecnologia CONSTANT LIGHTING che garantisce un’illuminazione costante nel tempo e decidere in fase d’impostazione la durata della batteria in base alla potenza che richiediamo nelle diverse modalità.
In questa nuova versione compare anche una luce posteriore rossa che è possibile settare su lampeggiante, fissa oppure disattivarla, utile nel caso si corra su tratti in cui è necessario farsi vedere anche posteriormente.
Sensore Bluetooth
La grossa novità di questa NAO +, oltre a quelle elencate, è la presenza del sensore Bluetooth, che permette di utilizzare la nuova applicazione sviluppata da Petzl e disponibile per Android e per OS (scaricabile gratuitamente su App Store e Google Play).
Grazie all’applicazione mobile MyPetzl Light, lo sportivo può consultare, in tempo reale su smartphone o tablet, l’autonomia residua e adattare le prestazioni della propria lampada frontale.



Basta semplicemente scaricare dei profili predefiniti o crearne di personalizzati. Durante l’attività, con la tecnologia REACTIVE LIGHTING, NAO + valuta la luminosità ambientale e adatta immediatamente la potenza d’illuminazione alle esigenze dello sportivo.
Si può regolare forma del fascio luminoso, autonomia e potenza personalizzabili oltre ad avere:

o      accesso in tempo reale all’autonomia residua
o      regolazione della potenza d’illuminazione e dell’autonomia
o      attivazione e creazione dei profili d’illuminazione in funzione dell’attività
o      quattro altri profili disponibili mediante l’applicazione MyPetzl Light: trail running, alpinismo, trekking, bivacco.

Per utilizzare l’applicazione la lampada deve essere connessa tramite Bluetooth (funzione disattivabile) la lampada resta utilizzabile comunque indipendentemente dall’applicazione.






Gli Accessori

Il peso della nuova Petzl NAO+ si attesta sui 185 gr, direi uno dei migliori sul mercato, e viene fornita con batteria al Litio da 2600 mAh dal peso di 95 gr, fascia elastica accessoria da posizionare sopra la testa per renderla ancora più fissa (anche se io non ne trovo la necessità), prolunga per la ricarica della batteria tramite presa USB (ricordo che è l’unico modo per ricaricare la batteria).
Come accessori disponibili per la nuova Petzl Nao+, oltre alla batteria di ricambio (ricordo che è diversa rispetto al modello precedente) c’è anche una comoda prolunga composta da un cavo estensibile e una clip per fissare la batteria ricaricabile su zaino.
Con il Kit cintura NAO +, la batteria ricaricabile della lampada NAO + può essere spostata su una tasca o sulla cintura per ridurre il peso sulla testa. In inverno, questo sistema consente di proteggere la batteria ricaricabile dal freddo, aumentando così l’autonomia della lampada.
Anche per questo kit vale quando detto per la batteria di ricambio, non è compatibile quello utilizzato per la precedente versione della NAO. In poche parole per me la nuova Petzl NAO + si conferma ancora di più come la lampada ideale per tutti coloro che hanno in programma gare di Trail Running o Ski Alp notturne e che vogliono una lampada potente,leggera e affidabile.

Venduta al prezzo di 170 Euro la puoi venire a provare in negozio da Mud and Snow o trovarla sul nostro shop online.

Fonte: MudAndSnow








sabato 10 dicembre 2016

TUTTA UN “ALTRA” STORIA…


Quando mi capita di recensire calzature vicine al mio pensiero di tecnica di corsa, trovo sempre molto semplice argomentare tutti i vantaggi e le dinamiche positive… quindi ho il piacere di presentarvi la Superior 2.0 di ALTRA

Partiamo dall’inizio… ALTRA è un azienda che ha come mission quella di far correre bene ai propri clienti, cercando di abbattere le variabili d’infortunio, promulgando consigli utili per il corretto utilizzo delle proprie calzature. Per ora non si trovano facilmente, in quanto concettualmente sono molto lontane dai classici modelli che troviamo sugli scaffali dei vari negozi. Altra in questo senso s’è distinta nell’intraprendere questa scelta coraggiosa, non è affatto facile imporsi sul mercato oramai saturo da anni, con progetti in controtendenza.

Eppure è facilmente intuibile che la tecnica di corsa, come già ribadito in molti articoli sul nostro portale, è fondamentale per un gesto fluido e meno dispendioso e rischioso per molti distretti del nostro apparato locomotore.

Ebbene veniamo a noi per recensire e farvi capire che la Superior 2.0 risponde perfettamente sia alla mia personale concezione di calzatura sia a tutte le ultimissime ricerche in merito.

I due fondatori di Altra; Jeremy Howlett e Brian Beckstead, manager di negozi di scarpe da running, incominciarono a progettare delle nuove calzature che rispondessero alle necessità biomeccaniche della corsa. La prima importante modifica fu l’annullamento del drop (differenza fra tacco e punta), successivamente l‘alloggiamento delle dita più ampio, per permettere il naturale movimento del piede nelle varie fasi della corsa. Il risultato fu una serie di modelli idonei per permettere una transizione alla tecnica di corsa corretta senza infortuni.

Alloggiamento: prima questione che vorrei trattare in merito alla Superior .2.0 è il vano di alloggiamento delle dita dei piedi. Da queste immagini pare ovvio comprende che lo spazio lasciato per permettere una maggiore funzionalità del piede è semplicemente, si fa per dire, il frutto di vari studi di bio-meccanica. Tale soluzione consente, se si adottano gli schemi motori idonei alla corsa naturale, il dissipamento del peso corporeo nella fase di contatto a terra. Come potete vedere nella foto a fianco, nelle normal shoes, le dita sono rese inutili da schemi motori inadatti alla corsa.

Drop Zero: Altra introduce su tutta la linea di produzione il ZERO DROP™, ovvero l’annullamento della differenza fra tacco e punta della calzatura. Questo è un altro requisito che rientra appieno nel concetto di messa in esecuzione di schemi motori adatti alla corsa. Il differenziale, cioè lo spessore della suole e dell’intersuola varia in base ai modelli, per dare maggior scelta alle varie fasi transitorie, in questo caso della Superior 2.0 è di 21 mm.

Flessibilità: altro requisito di questa calzatura che vorrei farvi notare, non solo indossata ma anche presa fra le mani è la buona resa elastica. Permette al piede di compiere liberamente ogni movimento con un adeguata protezione. Il punto di flessione avviene nel punto corretto.







Tomaia: sono stati impiegati materiali sintetici per una rapida asciugatura Quick-Dry. Le cuciture sono ridotte al minimo per impedire fastidi. Nella parte posteriore troviamo una linguetta con velcro per fissare eventuali ghette. Colori disponibili: blu, azzurro, grigio.






Suola: si presenta con una tacchettatura poco fitta, ma nello stesso tempo efficace. Testata su terreni fangosi ha dimostrato di conferire stabilità e perfetta aderenza al terreno. Anche su rocce bagnate, mantiene a sufficienza l’aderenza. Simpatica l’idea di riprodurre la sagoma delle dita dei piedi.












Conclusioni: mi sento di consigliarvela e provarla almeno una volta nella vostra carriera atletica, potrebbe veramente fare la differenza fra la miriade di calzature sul mercato e non dico ciò solo perchè abbiamo avuto occasione di testarle, ma perchè concettualmente è una calzatura adatta alla corsa in generale e non solo mirata al trail. La corsa intesa come schema motorio corretto…se non avete ben presente questo concetto fatevi aiutare da un coach.

Andrea Fergola
Responsabile portale trailrunning.it










venerdì 9 dicembre 2016

9 CIBI SÌ E NO PRIMA DI UNA CORSA O UNA GARA



Volete sentirvi forti ed energici quando vi allenate o gareggiate? Seguite le indicazioni di Fernanda Maciel... Ci fornisce un elenco di 9 cibi che non dovrebbero mai mancare nella nostra tavola e e altri che invece dovremmo tenere bene alla larga.
Mangiare le cose giuste prima di un allenamento o di una gara è fondamentale, per evitare di incorrere in eventuali (e spiacevoli) inconvenienti. E allora cosa preferire e cosa evitare? Ecco cosa ci suggerisce un’esperta in fatto di corsa e di cibo: Fernanda Maciel, trail-runner tra le più forti del mondo del team della The North Face e nutrizionista. Pensate che lo scorso marzo è stata in grado di salire e scendere l’Acongagua, la montagna alta 6.961 metri, in meno di 24 ore. Insomma una tosta!
Così Fernanda ci ha indicato quali cibi  non dovrebbero mai mancare nella tavola di uno sportivo, e quelli che invece dovrebbero essere tenuti a debita distanza. Eccoli!

I CIBI SÌ

Barbabietola
Potrebbe non essere considerato l’alimento più ovvio da assumere prima di una gara, ma alcuni studi hanno dimostrato che mangiare barbabietole cotte al forno prima di una competizione può essere d’aiuto se vogliamo correre più velocemente. Le sostanze chiamate nitrati, che sono contenute nella barbabietola, hanno dimostrato che fanno aumentare la resistenza durante l’esercizio fisico.

Mandorla
La frutta secca, in particolar modo le mandorle, è un’eccellente fonte di Vitamina E e di magnesio, ottimi per i nostri muscoli.

Uova
Le proteine delle uova sono le più complete contenute nel cibo, seconde solo al latte materno. Le uova contengono tutti gli aminoacidi di cui i nostri muscoli hanno bisogno per il recupero; contengono inoltre colina, un nutriente in grado di migliorare la memoria e leucina, un pigmento necessario per la salute degli occhi. Scegliere delle uova arricchite con Omega-3 permette inoltre di migliorare l’assunzione di grassi “buoni”. Non ci si deve, invece, preoccupare eccessivamente del colesterolo: alcuni studi hanno dimostrato che chi mangia uova ha un rischio più basso di avere problemi di cuore rispetto a chi le evita.

Frutti di bosco
I frutti di bosco contengono antocianine, una potente classe di antiossidanti che sono d’aiuto nel recupero al termine della corsa e nel riparare i muscoli.

Cioccolato fondente 
Come runner ci meritiamo del cioccolato ogni tanto, vero? La risposta è sì, questo perché contiene potenti antiossidanti chiamati flavonoli, che possono stimolare la salute del cuore. Più scuro è il cioccolato, meglio è.
 

I CIBI NO

I fritti
I cibi fritti hanno un alto contenuto di grassi “cattivi” che li rendono difficili da digerire. Per questo motivo, se li mangiamo, rimarranno nello stomaco per tutta la durata della corsa.

Prodotti lattiero-caseari
Alcuni runner soffrono di problemi di stomaco ogni volta che corrono e purtroppo non possono farci nulla. Alcuni studi hanno messo in luce come la prima causa di problemi di stomaco tra i runner sono i prodotti come il latte e il formaggio. Questo succede perché contengono lattosio, che può essere difficile da digerire per alcuni runner.

Alcol
Alcuni runner a volte bevono una birra dopo le gare, va bene ma bisogna tenere a mente che l’alcol dovrebbe essere bevuto con moderazione per diverse ragioni. Per i runner uno dei più grandi rovesci della medaglia dell’alcol è il suo essere diuretico. Questo significa che può causare disidratazione, che a sua volta può provocare crampi e fatica muscolare.

Barrette proteiche
Le proteine sono un componente fondamentale della dieta di ogni runner e possono mascherare alcune carenze nelle nostre abitudini alimentari. Secondo l’American Dietic Association, i runner che fanno molto affidamento sulle barrette energetiche assumono più proteine di quelle di cui hanno realmente bisogno. Alti livelli di proteine, però, possono farci sentire fiacchi durante la corsa.






ADIDAS TERREX TRAILMAKER RECENSIONE IN 6 PUNTI





1. Presentazione

L’ultimo paio di Adidas da trail running che mi è capitato di utilizzare risale alla prima versione della Kanadia dopodichè ho sempre privilegiato nella mia scelta dei marchi più specifici del settore outdoor che almeno da un punto di vista psicologico mi hanno sempre creato una certa sensazione di sicurezza nella scelta della scarpa giusta.
Grazie al prezzo estremamente contenuto,alle colorazioni sgargianti e alla suola Continental™questa volta la mia attenzione è stata decisamente attirata sulla gamma da trail running del noto marchio tedesco che quest’anno sembra aver voluto dare una marcia in più a questa fetta di mercato.
Ecco come ce le presenta Adidas stessa sulla pagina ufficiale del suo catalogo online: conquista anche i sentieri più impervi grazie a queste scarpe da trail running. La tomaia ultraleggera è dotata di un rivestimento che assicura un’incredibile resistenza alle abrasioni. La suola in gomma Continental™ fornisce il massimo grip sui terreni accidentati.



2. Materiali e aspetto

Ho avuto modo di utilizzare nel test la versione con membrana in goretex con colorazione giallo grigia e in seguito la versione senza il goretex con colorazione giallo blu.In entrambi i casi la scelta del colore e l’abbinamento è azzeccato anche se la versione giallo blu presenta dei toni un pò più accesi e accattivanti.
Il profilo estetico della scarpa è tipicamente conforme ai classici standard Adidas con le tre righe disegnate ai lati per il piacere degli affezionati del marchio ma con una tassellatura della suola evidente e dei rinforzi che la distinguono nettamente dalle sorelle stradali.
Si fa notare da subito la sensazione di robustezza dei materiali con cui è costruita la scarpa, in particolare la tomaia che trasmette anche da indossata una sensazione di solidità e protezione che viene ulteriormente accentuata dallo “scheletro” termosaldato.



3. Suola e grip

Ed eccoci arrivati al pezzo forte della Trailmaker di Adidas: sto parlando naturalmente della suola realizzata in collaborazione con Continental™.
Oltre ad aver fatto una scelta azzeccata in termini di marketing per il messaggio che passa quasi inconsciamente nell’utilizzo di un produttore di pneumatici automobilistici nella la realizzazione del “battistrada” di queste scarpe,è stata fatta anche un ottima scelta tecnica.
Il terreno più ostico per una scarpa da trail è da sempre la roccia bagnata e in particolare se anche viscida.
Durante le diverse uscite effettuate nelle ultime settimane con questa calzatura si sono presentate svariate volte le condizioni succitate complice il meteo ballerino e i percorsi delle prealpi bresciane dove normalmente mi alleno che presentano una varietà di terreni dove poter mettere alla prova le scarpe in molteplici condizioni.Il risultato è stato ottimo,decisamente superiore alle aspettative e anche a quello di suole ben più blasonate.
Nelle discese su roccia bagnata solo piccole perdite di aderenza che la mescola della suola permetteva di riprendere immediatamente senza mai trasmettere una sensazione di mancanza di controllo.
In salita anche sui ciottolati in porfido dove molte scarpe da trail tendono a far perdere il passo,la trailmaker non ha mai mostrato segni di perdita di aderenza.
Diverso il discorso invece per quanto riguarda i terreni morbidi dove i tasselli di piccole dimensioni tendono ad intasarsi facilmente di fango e a perdere parzialmente l’aderenza.
A differenza di altri modelli della stessa casa l’intersuola è costituita in eva con inserti ammortizzanti in adiprene nella zona dell’avampiede che le conferiscono un buon grado di ammortizzazione e un ottima reattività,entrambe doti ideali per distanze da brevi a medie e ritmi abbastanza veloci,ma superati diciamo i 35 – 40km di percorrenza si comincia a sentire qualche fastidio.



4. Calzata,comfort e traspirabilità

Il nome è senza ombra di dubbio indicativo per quel che riguarda l’utilizzo a cui è rivolta questa scarpa.
Una volta che il piede è scivolato all’interno della tomaia lì si adagia e trova uno spazio confortevole e ampio per le dita dei piedi a dispetto della forma affusolata della scarpa.
Un pò rigido il puntale che complice il profilo impermeabile gommato che riveste parzialmente la tomaia,può infastidire nelle discese più veloci quando le punte dei piedi vanno a urtarlo ripetutamente.
Molto comodo il sistema di allacciatura rapido velocissimo nell’apertura e nella chiusura ed efficace:una volta chiuso te lo dimentichi a meno che tu non voglia toglierti la scarpa naturalmente !
Come quasi tutti gli allacci rapidi derivati dal dal Quicklace™ una chiusura troppo precisa può tendere a strozzare il collo del piede,ma se regolato in maniera ottimale si rivela un ottimo alleato che una volta serrato non perde mai la sua regolazione.
Non sono rimasto invece particolarmente soddisfatto del Lace Bungee una tecnologia pensata per fissare il laccio in eccesso in modo che non si aggrovigli e che non “passeggi” qua è là come invece purtroppoi succede.
L’unica soluzione è far fare due giri al laccio in modo da non averne in eccesso che ballonzola.



5. Conclusioni

Adidas Trailmaker con i suoi 295gr di peso e gli 8mm di drop è l’ideale per skyrace o trail di 25 – 30km indossata da atleti non particolarmente pesanti e per chi è alla ricerca di una mescola con una tenuta di ottimo livello.
Per atleti con peso al di sotto dei 65Kg ci si può spingere tranquillamente anche oltre i 40km come ho potuto fare personalmente partecipando alla Maddalena Urban Trail Brescia da 43Km.
Ideale anche per gli allenamenti di tutti i giorni per chi si può allenare in montagna per delle sparate di 50 -60 min.





6. Pro e Contro

Pro

– Grip
– Linea moderna e colorazioni brillanti- Qualità dei materiali

Contro

– Il sistema di ritenzione dei lacci potrebbe essere migliorato

Dati Tecnici:

Tomaia: mesh traspirante
Allacciatura: rapida con tecnologia lace bungee
Suola: gomma Continental™
Peso: 295 g
Drop: 8mm

Caratteristiche del tester e percorsi

Tipo di Runner: leggero 63Kg 168Cm
Tipo di passo: corsa esclusivamente sull’ avampiede e camminata in salita con estensione completa del tendine d’ Achille e appoggio sul tallone
Percorsi: Prealpi bresciane e sentieri fino ai 1200Mt di quota su terreni variabili in parte discese tecniche,strade bianche,tratti erbosi e rocce.
Percorsi collinari a bassa quota con pendenze contenute e terreno principalmente morbido e fangoso.
Distanze percorse: fino ai 43Km in una singola uscita e 150Km totali


Fonte: InfinityRun