venerdì 26 agosto 2016

GHIACCIO E CRIOTERAPIA: LARGAMENTE UTILIZZATI, MA SONO REALMENTE EFFICACI?



L’utilizzo della crioterapia, ovvero di sistemi refrigerati, surrogati dei più antichi cubetti di ghiaccio, sembra essere un rimedio in forte crescita, soprattutto nell’ambito del benessere, dello sport e dello spettacolo.
Su Google Trends è stato notato un enorme aumento di interesse per questa pratica nel 2015, con la maggior popolarità registrata in Irlanda, seguita dagli Stati Uniti e dal Regno Unito [1].
Negli ultimi anni questa pratica è stata fortemente promossa con la promessa di lenire i muscoli affaticati dopo gli allenamenti intensi, gli effetti dell’età e molto altro ancora. Alla squadra di rugby gallese, secondo quanto riportato da un articolo della BBC [2], sostengono addirittura che la crioterapia avesse giocato un ruolo importante nella corsa al successo per le semifinali della Coppa del Mondo del 2011.
Diversi sono gli esempi di star dello spettacolo e dello sport che hanno fatto ricorso a questo rimedio: dal “selfie agghiacciante” a -196°C di Bonucci [3] della Juventus nel 2014 prima della gara di Champions League contro il Lione, a Demi Moore e Cristiano Ronaldo [4] che si è fatto installare una “criosauna” da 50.000 dollari direttamente a casa, passando per le foto postate sui social da Lindsay Lohan e dallo 007 – Daniel Craig che ne avrebbe usufruito per farsi trovare in forma nel film di successo Skyfall [5] [6]. Anche MadonnaJanifer AnistonYoko Ono e Jessica Alba ne sarebbero delle “fan” [7] [8].
A Manhattan sarebbe diventato una vera e propria moda secondo il New York Post [8] e le SPA ne avrebbero fatto un vero e proprio business. La squadra di basket dei New York Knicks ne ha installate due al Madison Square Garden [8] e hanno trovato il favore anche di star dell’NBA come LeBron James e Shaquille O’Neal[9]. In Italia invece ne sono dei fautori la Juventus, la Roma e la Nazionale italiana di calcio e rugby [10] [11]. E’ utilizzata anche dalla maratoneta campione del mondo Paula Radcliffe [11].
Si chiama crioterapia, o criosauna: si tratta di grandi cilindri di acciaio che vengono refrigerati con azoto liquido, all’interno dei quali si è immersi fino all’altezza del torace. Le temperature variano tra i -150°C e i -200°C per una durata di alcuni minuti. Sono molti i benefici promessi da chi produce e vende questi sistemi: favorirebbe la guarigione dai dolori cronici, combatterebbe l’osteoporosi, l’asma e il calo del desiderio sessuale. Addirittura viene promessa anche l’attivazione di processi metabolici in grado di innescare un repentino calo di peso [10].
In realtà nello sport italiano, soprattutto nel mondo del calcio, era un sistema già di moda negli anni 70 quando, racconta Piero Volpi, responsabile medico dell’Inter, venivano preparate due vasche, una d’acqua fredda e una d’acqua calda, in cui si facevano immergere i calciatori per pochi minuti al fine di smaltire l’acido lattico e la fatica.
Ci sono diversi meccanismi per cui, esporre il corpo al freddo estremo, potrebbe aiutare ad alleviare la sensazione di dolore e affaticamento muscolare tra cui si cita la riduzione del metabolismo muscolare, dell’attivazione della microcircolazione cutanea, della sensibilità dei recettori e della velocità di conduzione nervosa. Inoltre avrebbe il potenziale beneficio di ridurre la sensazione soggettiva dell’indolenzimento muscolare che insorge tardivamente dopo lo sforzo fisico.
Ma funziona davvero? Facciamo il punto della situazione: i revisori della Cochrane Bone, Joint and Muscle Trauma Group hanno messo insieme le migliori evidenze scientifiche disponibili in merito alla crioterapia, riguardo il suo ruolo nel prevenire o curare il dolore muscolare dopo l’esercizio, con lo scopo di capire se esitano o meno ragioni scientificamente valide che giustifichino il fatto di spendere un sacco di soldi per “sentire così tanto freddo”. Ma anche per capire se possano esserci degli effetti collaterali. Il team della Cochrane Collaboration* ha trovato solo quattro piccoli studi randomizzati controllati (la tipologia di studio scientifico adatta per verificare l’efficacia di un trattamento terapeutico) adatti. I dati riguardavano in totale 64 giovani adulti, fisicamente attivi e per lo più uomini.
Tutti gli studi confrontavano la crioterapia “total body” rispetto al riposo oppure al non sottoporsi ad alcun trattamento. Un solo studio confrontava la crioterapia anche con terapia a infrarossi [1].  I risultati?
Esistono evidenze scientifiche scarse al riguardo, affermano gli autori della revisione sistematica della letteratura. Tutti gli studi analizzati hanno caratteristiche intrinseche di bassa qualità che potrebbero rendere i risultati dichiarati non affidabili. Non è chiaro se la crioterapia abbia un effetto benefico o meno sul dolore muscolare o se invece non faccia alcuna differenza rispetto al semplice riposo.
C’era solo una debole evidenza scientifica che la crioterapia migliorasse la sensazione di benessere 24 ore dopo il trattamento e, la cosa più allarmante, nessuno degli studi analizzati ha riportato dati di sicurezza in merito agli effetti collaterali di questa pratica: vorrà dire che non causano nessun effetto collaterale?
Anche se fosse così andrebbe comunque riportato questo dato nello studio scientifico. O piuttosto si tratta di omissione? Non lo sapremo, ma di certo, dal punto di vista etico e metodologico, non aver riportato queste informazioni non è di sicuro un punto a favore di quegli studi.
Quindi la crioterapia è efficace e sicura o no ? <<Siamo ancora nel buio!>> secondo i ricercatori britannici che hanno portato avanti gli studi e che concludono <<non vi è alcuna prova che la crioterapia sia efficace e sicura per il dolore muscolare dopo l’esercizio fisico. Non ci sono inoltre evidenze nelle donne e negli atleti di alto livello. La mancanza di prove in merito agli eventi avversi è un importante fattore da considerare dato che l’esposizione a temperature così estreme può essere potenzialmente un azzardo>> [11].
E la Food and Drug Administration, l’agenzia statunitense che vigila su farmaci, terapie e salute, conferma, non riconoscendo alcun beneficio a questa pratica, soprattutto per quanto riguarda i promessi effetti dimagranti e ringiovanenti. Non c’è inoltre alcuna evidenza scientifica della loro efficacia contro l’asma o il calo del desiderio sessuale e non ha effetti chiari sul metabolismo e la perdita di peso, oltre a non curare i cali dell’umore e la depressione [12].  
Non ci sono quindi sufficienti evidenze scientifiche a supporto di questa pratica, ma nonostante questo però i centri per la crioterapia stanno nascendo come funghi in alcune nazioni come gli Stati Uniti e anche in Italia stanno aprendo i primi centri per la criosauna.
E va detto che non è quindi nemmeno così fondato neanche l’assunto teorico proposto dalla Gazzetta dello Sport [13] che, dopo aver frettolosamente ed erroneamente affermato che: <<la ricerca medica l’ha resa una terapia curativa sicura ed efficace>> propone: <<se così non fosse, non sarebbe largamente utilizzata sia dai professionisti di tutti gli sport, individuali e di squadra, sia dagli amatori>>.
A quanto pare invece la realtà dei fatti non dimostra che sia così e non è una garanzia di sicurezza ed efficacia terapeutica il solo fatto di veder applicate queste pratiche agli sportivi d’elite.
Ma allora perché sembra essere invece così tanto ricercata? E perché un atleta dovrebbe sottoporsi a questo trattamento? Qualcuno l’ha chiesto a un portavoce della Welsh Rugby Union, il quale ha dichiarato alla BBCche erano a conoscenza del fatto che non vi fossero evidenze scientifiche sulla crioterapia, ma che il club <<Pensa” che funzioni e questo è il motivo per cui la usiamo>>. Ma basta davvero solo credere che qualcosa funzioni (un’opinione quindi) per far si che ci si possa sottoporre a pratiche di dubbia efficacia e soprattutto di dubbia sicurezza? No! Non dovrebbe essere così e forse i risultati dei ricercatori andrebbero consultati più di frequente. Per dirla con le parole della Cochrane Collaboration <<“Pensare” che qualcosa funzioni potrebbe anche portare a dei vantaggi, ma nessuna quantità di fede può proteggerci contro i danni potenziali dell’esporre il proprio corpo a temperature così estreme.>> e concludono <<in assenza di risposte dalla ricerca, dovrebbero “ri-pensarci”>>.
E a dire il vero non è andata meglio nemmeno al metodo antesignano della crioterapia, ovvero l’antica borsa de ghiaccio: secondo infatti ben 3 revisioni sistematiche Cochrane è emerso che l’applicazione del freddo ha evidenze scientifiche soltanto di qualità “moderata” nel miglioramento del movimento, della forza e soprattutto del dolore in persone che soffrono di artrosi al ginocchio, mentre ha qualche effetto nella riduzione del gonfiore ma gli studi non sono di qualità elevata [14].
Evidenze molto limitate anche riguardo all’efficacia nel mal di schiena [15] e nel ridurre il dolore post-operatorio, la quantità di movimento disponibile e la necessità di ricorre a trasfusioni si sangue dopo intervento di protesi di ginocchio [16]: i potenziali benefici della crioterapia sono troppo ridotti per giustificarne l’utilizzo anche se, a differenza della criosauna, in questo caso non sono riportati effetti collaterali significativi. Si tratta quindi di un rimedio piuttosto sicuro, sebbene non efficace.
Una corretta informazione scientifica aiuta i clinici ma soprattutto i pazienti nel prendere decisioni consapevoli e sicure in ambito sanitario; lo scopo di questa serie di commenti agli articoli della Cochrane UK è proprio quello di informare i pazienti e in particolare gli sportivi: per dirla con la frase d’esordio dell’articolo pubblicato sul sito dell’ente britannico: “per tutti coloro che ambiscono al podio o anche solo al parco giochi” !



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