venerdì 26 agosto 2016

GHIACCIO E CRIOTERAPIA: LARGAMENTE UTILIZZATI, MA SONO REALMENTE EFFICACI?



L’utilizzo della crioterapia, ovvero di sistemi refrigerati, surrogati dei più antichi cubetti di ghiaccio, sembra essere un rimedio in forte crescita, soprattutto nell’ambito del benessere, dello sport e dello spettacolo.
Su Google Trends è stato notato un enorme aumento di interesse per questa pratica nel 2015, con la maggior popolarità registrata in Irlanda, seguita dagli Stati Uniti e dal Regno Unito [1].
Negli ultimi anni questa pratica è stata fortemente promossa con la promessa di lenire i muscoli affaticati dopo gli allenamenti intensi, gli effetti dell’età e molto altro ancora. Alla squadra di rugby gallese, secondo quanto riportato da un articolo della BBC [2], sostengono addirittura che la crioterapia avesse giocato un ruolo importante nella corsa al successo per le semifinali della Coppa del Mondo del 2011.
Diversi sono gli esempi di star dello spettacolo e dello sport che hanno fatto ricorso a questo rimedio: dal “selfie agghiacciante” a -196°C di Bonucci [3] della Juventus nel 2014 prima della gara di Champions League contro il Lione, a Demi Moore e Cristiano Ronaldo [4] che si è fatto installare una “criosauna” da 50.000 dollari direttamente a casa, passando per le foto postate sui social da Lindsay Lohan e dallo 007 – Daniel Craig che ne avrebbe usufruito per farsi trovare in forma nel film di successo Skyfall [5] [6]. Anche MadonnaJanifer AnistonYoko Ono e Jessica Alba ne sarebbero delle “fan” [7] [8].
A Manhattan sarebbe diventato una vera e propria moda secondo il New York Post [8] e le SPA ne avrebbero fatto un vero e proprio business. La squadra di basket dei New York Knicks ne ha installate due al Madison Square Garden [8] e hanno trovato il favore anche di star dell’NBA come LeBron James e Shaquille O’Neal[9]. In Italia invece ne sono dei fautori la Juventus, la Roma e la Nazionale italiana di calcio e rugby [10] [11]. E’ utilizzata anche dalla maratoneta campione del mondo Paula Radcliffe [11].
Si chiama crioterapia, o criosauna: si tratta di grandi cilindri di acciaio che vengono refrigerati con azoto liquido, all’interno dei quali si è immersi fino all’altezza del torace. Le temperature variano tra i -150°C e i -200°C per una durata di alcuni minuti. Sono molti i benefici promessi da chi produce e vende questi sistemi: favorirebbe la guarigione dai dolori cronici, combatterebbe l’osteoporosi, l’asma e il calo del desiderio sessuale. Addirittura viene promessa anche l’attivazione di processi metabolici in grado di innescare un repentino calo di peso [10].
In realtà nello sport italiano, soprattutto nel mondo del calcio, era un sistema già di moda negli anni 70 quando, racconta Piero Volpi, responsabile medico dell’Inter, venivano preparate due vasche, una d’acqua fredda e una d’acqua calda, in cui si facevano immergere i calciatori per pochi minuti al fine di smaltire l’acido lattico e la fatica.
Ci sono diversi meccanismi per cui, esporre il corpo al freddo estremo, potrebbe aiutare ad alleviare la sensazione di dolore e affaticamento muscolare tra cui si cita la riduzione del metabolismo muscolare, dell’attivazione della microcircolazione cutanea, della sensibilità dei recettori e della velocità di conduzione nervosa. Inoltre avrebbe il potenziale beneficio di ridurre la sensazione soggettiva dell’indolenzimento muscolare che insorge tardivamente dopo lo sforzo fisico.
Ma funziona davvero? Facciamo il punto della situazione: i revisori della Cochrane Bone, Joint and Muscle Trauma Group hanno messo insieme le migliori evidenze scientifiche disponibili in merito alla crioterapia, riguardo il suo ruolo nel prevenire o curare il dolore muscolare dopo l’esercizio, con lo scopo di capire se esitano o meno ragioni scientificamente valide che giustifichino il fatto di spendere un sacco di soldi per “sentire così tanto freddo”. Ma anche per capire se possano esserci degli effetti collaterali. Il team della Cochrane Collaboration* ha trovato solo quattro piccoli studi randomizzati controllati (la tipologia di studio scientifico adatta per verificare l’efficacia di un trattamento terapeutico) adatti. I dati riguardavano in totale 64 giovani adulti, fisicamente attivi e per lo più uomini.
Tutti gli studi confrontavano la crioterapia “total body” rispetto al riposo oppure al non sottoporsi ad alcun trattamento. Un solo studio confrontava la crioterapia anche con terapia a infrarossi [1].  I risultati?
Esistono evidenze scientifiche scarse al riguardo, affermano gli autori della revisione sistematica della letteratura. Tutti gli studi analizzati hanno caratteristiche intrinseche di bassa qualità che potrebbero rendere i risultati dichiarati non affidabili. Non è chiaro se la crioterapia abbia un effetto benefico o meno sul dolore muscolare o se invece non faccia alcuna differenza rispetto al semplice riposo.
C’era solo una debole evidenza scientifica che la crioterapia migliorasse la sensazione di benessere 24 ore dopo il trattamento e, la cosa più allarmante, nessuno degli studi analizzati ha riportato dati di sicurezza in merito agli effetti collaterali di questa pratica: vorrà dire che non causano nessun effetto collaterale?
Anche se fosse così andrebbe comunque riportato questo dato nello studio scientifico. O piuttosto si tratta di omissione? Non lo sapremo, ma di certo, dal punto di vista etico e metodologico, non aver riportato queste informazioni non è di sicuro un punto a favore di quegli studi.
Quindi la crioterapia è efficace e sicura o no ? <<Siamo ancora nel buio!>> secondo i ricercatori britannici che hanno portato avanti gli studi e che concludono <<non vi è alcuna prova che la crioterapia sia efficace e sicura per il dolore muscolare dopo l’esercizio fisico. Non ci sono inoltre evidenze nelle donne e negli atleti di alto livello. La mancanza di prove in merito agli eventi avversi è un importante fattore da considerare dato che l’esposizione a temperature così estreme può essere potenzialmente un azzardo>> [11].
E la Food and Drug Administration, l’agenzia statunitense che vigila su farmaci, terapie e salute, conferma, non riconoscendo alcun beneficio a questa pratica, soprattutto per quanto riguarda i promessi effetti dimagranti e ringiovanenti. Non c’è inoltre alcuna evidenza scientifica della loro efficacia contro l’asma o il calo del desiderio sessuale e non ha effetti chiari sul metabolismo e la perdita di peso, oltre a non curare i cali dell’umore e la depressione [12].  
Non ci sono quindi sufficienti evidenze scientifiche a supporto di questa pratica, ma nonostante questo però i centri per la crioterapia stanno nascendo come funghi in alcune nazioni come gli Stati Uniti e anche in Italia stanno aprendo i primi centri per la criosauna.
E va detto che non è quindi nemmeno così fondato neanche l’assunto teorico proposto dalla Gazzetta dello Sport [13] che, dopo aver frettolosamente ed erroneamente affermato che: <<la ricerca medica l’ha resa una terapia curativa sicura ed efficace>> propone: <<se così non fosse, non sarebbe largamente utilizzata sia dai professionisti di tutti gli sport, individuali e di squadra, sia dagli amatori>>.
A quanto pare invece la realtà dei fatti non dimostra che sia così e non è una garanzia di sicurezza ed efficacia terapeutica il solo fatto di veder applicate queste pratiche agli sportivi d’elite.
Ma allora perché sembra essere invece così tanto ricercata? E perché un atleta dovrebbe sottoporsi a questo trattamento? Qualcuno l’ha chiesto a un portavoce della Welsh Rugby Union, il quale ha dichiarato alla BBCche erano a conoscenza del fatto che non vi fossero evidenze scientifiche sulla crioterapia, ma che il club <<Pensa” che funzioni e questo è il motivo per cui la usiamo>>. Ma basta davvero solo credere che qualcosa funzioni (un’opinione quindi) per far si che ci si possa sottoporre a pratiche di dubbia efficacia e soprattutto di dubbia sicurezza? No! Non dovrebbe essere così e forse i risultati dei ricercatori andrebbero consultati più di frequente. Per dirla con le parole della Cochrane Collaboration <<“Pensare” che qualcosa funzioni potrebbe anche portare a dei vantaggi, ma nessuna quantità di fede può proteggerci contro i danni potenziali dell’esporre il proprio corpo a temperature così estreme.>> e concludono <<in assenza di risposte dalla ricerca, dovrebbero “ri-pensarci”>>.
E a dire il vero non è andata meglio nemmeno al metodo antesignano della crioterapia, ovvero l’antica borsa de ghiaccio: secondo infatti ben 3 revisioni sistematiche Cochrane è emerso che l’applicazione del freddo ha evidenze scientifiche soltanto di qualità “moderata” nel miglioramento del movimento, della forza e soprattutto del dolore in persone che soffrono di artrosi al ginocchio, mentre ha qualche effetto nella riduzione del gonfiore ma gli studi non sono di qualità elevata [14].
Evidenze molto limitate anche riguardo all’efficacia nel mal di schiena [15] e nel ridurre il dolore post-operatorio, la quantità di movimento disponibile e la necessità di ricorre a trasfusioni si sangue dopo intervento di protesi di ginocchio [16]: i potenziali benefici della crioterapia sono troppo ridotti per giustificarne l’utilizzo anche se, a differenza della criosauna, in questo caso non sono riportati effetti collaterali significativi. Si tratta quindi di un rimedio piuttosto sicuro, sebbene non efficace.
Una corretta informazione scientifica aiuta i clinici ma soprattutto i pazienti nel prendere decisioni consapevoli e sicure in ambito sanitario; lo scopo di questa serie di commenti agli articoli della Cochrane UK è proprio quello di informare i pazienti e in particolare gli sportivi: per dirla con la frase d’esordio dell’articolo pubblicato sul sito dell’ente britannico: “per tutti coloro che ambiscono al podio o anche solo al parco giochi” !



RACCOLTA GENERI DI PRIMA NECESSITÀ A SPINEA PER LE POPOLAZIONI COLPITE DAL TERREMOTO DI QUESTA NOTTE 24 AGOSTO




RACCOLTA GENERI DI PRIMA NECESSITÀ  A SPINEA PER LE POPOLAZIONI COLPITE DAL TERREMOTO DI QUESTA NOTTE 24 AGOSTO.
Occhio Spinea in collaborazione con la Questura di Venezia e il sindacato di Polizia SIAP Venezia organizza a Spinea una raccolta di generi di prima necessità per le popolazioni colpite dai devastanti terremoti nella notte del 24 Agosto.
Abbiamo allestito un centro di raccolta in Via Gioberti praticamente al parcheggio dietro la Chiesa di Santa Bertilla. Arrivate li e ci trovate, il punto di raccolta è a 20 metri.

Si raccolgono SOLAMENTE:
- COPERTE importantissime in quanto la notte, nei paesi colpiti, fa già freddo.
- VESTITI anche invernali e giacconi per tutte le età.
- GENERI A LUNGA CONSERVAZIONE E NON DEPERIBILI (Acqua e bibite, pasta, sughi, olio, latte a lunga conservazione, legumi, scatolame a lunga conservazione in genere).
- ALTRI BENI DI USO PERSONALE (Sapone, shampoo, lamette ecc)
Questo è quanto al momento è estremamente necessario.

Potete portare quanto vorrete donare da domani, Giovedì 25 Agosto pomeriggio dalle 16:30 alle 19:30, Venerdì 26 mattina dalle 10 alle 13 e pomeriggio dalle 16:30 alle 19:30, Sabato 27 SOLO MATTINA dalle 10 alle 13, Domenica 28 SOLO SU PRENOTAZIONE AI NUMERI CHE RIPORTIAMO PIÙ SOTTO.
La settimana prossima poi, fino a Venerdì 02 Settembre tutti i pomeriggi dalle 16:30 alle 19:30

ATTENZIONE Sabato 27 Agosto mattina, grazie agli agenti del SIAP della Questura di Venezia, partirà già un primo carico di quanto raccolto. La raccolta continuerà poi tutta la settimana successiva SOLO al pomeriggio dalle 16:00 alle 19:30. Sabato 03 Settembre partirà un secondo carico e si chiuderà la raccolta.

È possibile portare la merce anche fuori orario contattando i numeri 3485984902 (Matteo) o 3283990793 (Ivan).

A questi stessi numeri, o contattandoci direttamente sulla nostra pagina sarà anche possibile dare la disponibilità per dare una mano a presenziare il punto di raccolta e allargare gli orari di raccolta. Chiunque voglia dare una mano è ben accetto.

Dalla settimana prossima sarà probabilmente possibile donare generi anche per cane e gatti (cibo, coperte, guinzagli, pettorine, ciottole ecc ) ma vi aggiorneremo nei prossimi giorni anche tramite la pagina del Comitato Cittadino 'Cani di Spinea'.

Sicuri che anche questa volta Spinea non tradirà le attese, vi aspettiamo in tanti e con tanta roba. Ovviamente raccogliamo anche da chi volesse portare cose dai comuni vicini, ci fa solo che piacere.

Grazie agli agenti del SIAP della questura di Venezia, che ricordiamo, oltre al trasporto, si occupano della raccolta per Venezia, Mestre e zone limitrofe.

E grazie a tutti voi! Anticipatamente e in fiducia.

Per maggiori info, visitate la pagina facebook del SIAP Venezia.


giovedì 25 agosto 2016

MINITRAIL


ciao a tutti, 

e ben ritrovati dopo le ferie estive.
Ultimissimi giorni di Vacanza per i nostri piccoli e giovani atleti.
E allora come negargli il piacere di una bella corsa sui colli prima di riprendere a "sudare sui banchi"?
:-)


D O M E N I C A  4  Settembre a T U R R I di Montegrotto

si svolgerà l' Euganeus mini+Junior Trail in occasione della tradizionale marcia del Rosario e della corsa competitiva per adulti (21 km 700 m+).

Proponiamo due percorsi:

2,7 km con 100 m + per i più piccoli, da 0 a 12 anni
5,2 km con 290 m + per i più grandicelli ed esperti, indicativamente come minimo dai 10 anni in su
Il percorso più lungo prevede la salita al monte Ceva, con il passaggio panoramico, presso la croce e la caratteristica distesa di rocce laviche e fichi d'india.
Il percorso breve è percorribile anche con passeggini idonei allo sterrato.

La partecipazione è gratuita, di seguito il LINK per le iscrizioni online:


RACCOMANDIAMO LA PUNTUALITA'. 
La partenza è prevista per le ore 9:45, consigliamo di essere a Turri per le ore 9:00.



lunedì 8 agosto 2016

DYNAFIT ULTRA FELINE



Il nuovo modello Dynafit Ultra Feline sostituisce il modello precedente Pantera presentandosi sul mercato come scarpa da trail per medie e lunghe distanze.
Appena indossata al piede la sensazione è di confort ma al tempo stesso isolata da terra da una suola  robusta e una calzata fasciante. Il peso è di 340 grammi per un drop di 8mm
L’allacciatura avviene tramite un laccio quicklace, che si ripone in mezzo ai lacci in quanto non vi è una fessura riporlo apposita.

La punta è meno aggressiva rispetto altri modelli Dynafit e più larga, proprio per stare tante ore sui sentieri e rinforzata con la plastica ballistic Bump garantendo riparo da urti di  sassi radici e altri ostacoli.
Iniziandoci a correre la flessibilità sull’avampiede e la trazione risultano buona nonostante la grande  protezione.

Nella parte esterna della tomaia troviamo degli inserti, che proteggono dagli urti la tomaia con l’esterno, con conseguente miglioramento della resistenza all’usura,  lasciando comunque traspirabilità al piede .
Tirando il laccio di chiusura il piede grazie anche a questa plastica risulta più stabile e adeguatamente fasciato con spazio comunque sufficiente per una buona circolazione sanguigna, pur stando ore sui piedi, questo confort è dovuto anche al fatto che all’interno della scarpa troviamo un plantare Ortolite di 4mm di spessore.

La suola che è una delle qualità di punta della marca italiana, è di tipo Multipad realizzata con mescola in Vibram Megagrip con due zone differenziate e colorate diversamente, una per l’avampiede e una per il tallone per garantire una tenuta e un usura proporzionata ai diversi carichi delle zone interessate.
I tacchetti aumentano di spessore via via che si arriva alla parte alta e sono separati in tre fasce, una centrale e due laterali, per garantire la flessibilità ma al tempo stesso una grande stabilità.
Sempre nella parte alta nella zona dove sono separate le fasce dei tacchetti abbiamo una placca  bianca per ammortizzare maggiormente se non bastasse ancora.

Il Vibram Megagrip mapping compound della suola ha una tenuta eccezionale su qualsiasi superficie. Quello che stupisce è come sta incollata alle rocce sia asciutte che bagnate dando quella sicurezza di poter mettere i piedi ovunque senza scivolare, ideale anche per i percorsi più sky, per le condizioni di bagnato, fangose, ma soprattutto dove ci sono pietre.

La protezione sia in punta che nella suola assorbe qualsiasi ostacolo imprevisto che può capitare sotto i piedi. Protezione si ma flessibilità e ottima trazione e con un grande compromesso sulla leggerezza.
L’intersuola è realizzata con tecnologia Dynafit Duo Motion che comprende due strati a diversa intensità di EVA, più densi nella zona di carico del piede e più leggeri nelle zone di minor impatto per avere ammortizzazione ma lasciando alla scarpa buona sensibilità che permette di sfruttare la propria tecnica sui sentieri più difficili per un appoggio naturale e sicuro dal primo all’ultimo km.






ALLENAMENTO E RECUPERO (3): STRATEGIE PER MIGLIORARLO


Con il terzo articolo (qui il primo e il secondo) relativo all’importanza del recupero nel corso di un piano di allenamento, volgiamo al termine di questo argomento, trovandoci a riepilogare alcune strategie utili a migliorare il recupero stesso e a presentarne di nuove.

Presumo che, dopo aver letto i primi due micro-articoli, abbiate ormai capito quanto il recupero sia fondamentale ed assolutamente in grado di favorire il successo o decretare l’insuccesso di un atleta nel giorno della propria gara più importante o nel corso di un periodo di elevati carichi allenanti. Ciò che forse vi starete chiedendo è se mai quali mezzi avete a disposizione per favorire il recupero / rigenerazione dopo uno o più allenamenti intensi, o dopo una gara corsa al 100% del proprio potenziale. Ebbene, personalmente mi piace suddividere le strategie di recupero in due categorie che sono solito chiamare: principali ed accessorie.
 

Cominciamo ovviamente a trattare le “principali, quelle senza le quali un atleta non potrà mai raggiungere i risultati che si è prefissato e soprattutto per cui le sole strategie accessorie o secondarie, che poi vedremo, non darebbero risultati soddisfacenti. Partiamo da ciò che da energia al nostro motore, i nutrienti e quindi l’alimentazione:

Non è questa la sede per approfondire l’argomento con consigli alimentari ecc.. dei quali tra l’altro se ne occupa brillantemente il Dr. Traversa qui su Infinityrun, se mai mi preme sottolineare i motivi per cui una corretta alimentazione pre, durante e post allenamento favorisca il recupero dopo uno sforzo prolungato. Per farlo mi servo di un elenco di ciò che accade in seguito ad un carico allenante importante: – deplezione delle riserve di glicogeno – perdita di liquidi e sali minerali – catabolismo muscolare in seguito ad esercizi prolungati e ad alta intensità – stress del sistema immunitario con conseguente rischio di indebolimento.

Parliamo di glicogeno e delle sue riserve limitate, autentico fattore limitante nelle discipline di lunga durata svolte a ritmi elevati (caso emblematico il “muro” del 30esimo km nella maratona), che in un uomo di 80 kg. sono presenti in 400 mg. nei muscoli e per 100 mg. a livello epatico, un totale di 500 mg. in grado di fornire 8000 kJ, ben inferiore rispetto al potenziale 440000 kJ in grado di venir fornito dalle riserve di lipidi. Per questo risulta fondamentale favorire la risintesi di glicogeno ed è per questo che, al termine di una gara, vedrete atleti consumare al termine della prova immediatamente carboidrati, in quanto è proprio nelle fasi successive alla gara che si osserva la massima velocità di risintesi. Secondo studi di Doyle (1993): “sembra che la massima velocità di risintesi si osservi in soggetti che assumono 0,4 di carboidrati per kg. di massa corporea ogni 15 minuti durante le quattro ore successive all’esercizio”.

Più generalmente però si considera la “finestra anabolica” come ottimale entro i 60’. Questo processo si ripercuote anche su una maggiore velocità di risintesi proteica (vedi anabolismo/catabolismo), infatti il recente trend scientifico prevede la somministrazione di 15-25 gr. di proteine HQ nell’ora successiva lo sforzo per massimizzare il processo anabolico. Classico esempio in cui questo processo di integrazione risulta fondamentale e ripetuto è ad esempio una corsa a tappe di ciclismo, o competizioni di corsa in cui l’atleta si trovi a competere ogni poche ore. Integrare carboidrati si, ma non solo, la quantità di liquidi persa nel corso di una gara o allenamento è uno dei maggiori stress fisiologici ed è fondamentale che tale quantità venga reintegrata durante e dopo la performance.

Molti studiosi però (Noakes e Horswill) in particolare si sono soffermati nel corso degli anni sull’importanza di una strategia di reintegrazione dei liquidi, in quanto la sensazione di “sete non risulta essere un buon indicatore del vero fabbisogno di liquidi nel corso di un esercizio fisico”. Solitamente una strategia che ritengo funzionale allo scopo è quella in cui si preferisce bere un volume maggiore di liquidi prima dell’esercizio, mentre durante se ne assumono piccoli sorsi ogni 12-15’ al fine di mantenere un volume minimo di liquidi nello stomaco.

Poiché però in particolari condizioni (ad esempio nei periodi estivi con temperature elevate) di maggior produzione calorica il reintegro risulti impossibile per via della minor velocità massima di svuotamento gastrico rispetto a quanto andrebbe reintegrato, diventa fondamentale il contenuto della soluzione liquida. La bevanda dovrà fornire un apporto glucidico essenziale per lo svolgimento della prestazione, in cui però tale concentrazione non superi l’8% della soluzione (Galloway, 1999). Per questo bevande iperglicidiche come ad esempio la Coca Cola sono sconsigliate, ma spesso vedrete atleti utilizzarle in corse prolungate, in questo caso il piacere del gusto e l’effetto placebo a livello psichico rendono meno amara la fatica… Zuccheri si, ma non solo, infatti elettroliti come sodio e potassio sono fondamentali, per questo una buona soluzione fatta in casa può prevedere la combinazione di: acqua, maltodestrine e sali minerali, serviranno alcune prove per trovare la propria combinazione ottimale ma questa rappresenta, a mio modo di vedere, una buona bevanda ipotonica.
ALIMENTAZIONE, UN CORRETTO PIANO DI ALLENAMENTO E RECUPERARE ATTIVAMENTE…

Alimentarsi, integrare, fornire i nutrienti corretti al nostro motore è quanto ci dobbiamo sempre prefissare per finalizzare al massimo gli obiettivi che ci prefissiamo quotidianamente con l’allenamento, ed è proprio per questo che un piano di allenamento corretto è un’altra componente principale affinchè sia favorito il recupero ed in particolare nei periodi in cui si riduce l’alternanza di carichi elevati ed esso diventa ancor più determinante.

Un coach in grado di trovare il giusto equilibrio tra stress allenante e brillantezza saprà portare il proprio atleta a raggiungere l’apice della condizione mantenendolo per un periodo di tempo maggiore.

Saprà capire l’importanza anche del recupero inteso come allenamento vero e proprio, mediante sedute a bassa intensità, di recupero attivo, fondamentali per velocizzare l’eliminazione delle scorie della fatica in seguito ad una gara ad esempio.

STRATEGIE ACCESSORIE / SECONDARIE:

Le strategie in figura 2 come già scritto a inizio articolo sono complementari alle strategie principali, pertanto necessitano della presenza delle prima per risultare funzionali. Non mi dilungherò troppo su questi argomenti in quanto sarà mia volontà in futuro trattarli caso per caso, se mai mi limiterò a descrivere brevemente come essi possano risultare determinanti se svolti con il giusto approccio.

Si tende a conoscere l’elettrostimolazione, purtroppo, per le pubblicità di enormi Big Gym o Miss Universo, finendo per darne un giudizio completamente errato, che infanga quanto realmente l’elettrostimolazione sia utile. Al di là degli aspetti benefici in ambito di forza essa si è studiato aver migliorie anche sulla resistenza e sul potenziale ossidativo e se abbinata ad un recupero attivo classico (basse intensità), grazie alla stimolazione muscolare elettrica, è in grado di favorire il reclutamento di un maggior numero di unità motorie.

Rimanendo in tema di marketing…in molte gare di corsa o di ciclismo, o di trail, vi troverete nel “pacco gara” le cosiddette calze contenitive, anche se in realtà il costo crescente delle stesse fa si che gli organizzatori ultimamente scelgano altre vie… 

A parte le battute indubbiamente il ruolo di queste calze è cresciuto esponenzialmente nell’ultimo periodo ed i benefici sono evidenti. Nulla di nuovo verrebbe da dire: in medicina infatti i bendaggi compressivi elastici sono presenti da anni ed il loro benefico stimolo per tessuti e circolazione profonda è ciò che è stato studiato e per il quale si è lavorato attraverso la creazione di efficienti calze “sportive”.

Vi sono diversi studi che hanno mostrato come l’utilizzo di queste calze nel recupero migliori il ritorno venoso (Hopman, Melchior, Sparrow, Mayberry) e riduca la concentrazione di lattato (Berry, McMurray). In particolar modo studi di Berry hanno evidenziato come le calze utilizzate tra esercizi ripetuti, in fase di recupero, abbiano permesso all’atleta un miglioramento del 5% (studi su nuotatori agonistici). Mentre è interessante notare come, contrariamente a quanto potrebbe sembrare, secondo lo studioso Chatard l’utilizzo di calze contenitive in gara o in allenamento non dia direttamente un miglioramento della prestazione, ma anzi rischi di alterare la prestazione in negativo. Ciò nonostante la pressione esercitata sia moderata e non si notino difficoltà a livello tecnico (nella corsa ad esempio), insomma…un “buco nero” che ancora la scienza sta studiando.

Stretching e recupero, altro argomento che sarà mia premura trattare in un capitolo a parte in quanto vastissimo, ma ci tengo solo a darvi due linee guida a mio modo di vedere molto importanti: lo stretching non è la panacea di tutti i mali e non è nemmeno un nemico da combattere, l’allungamento muscolare è un mezzo essenziale che va però conosciuto. In questo caso lo stretching ci interessa in ambito di recupero e al di là di tutti i benefici di prevenzione esso è utile in quanto diminuisce i dolori muscolari (DOMS), diminuisce le tensioni e rigidità muscolari e facilita l’eliminazione delle scorie metaboliche. Ma attenzione: lo stretching può essere un inibitore della performance sportiva se svolto a lungo come riscaldamento, in particolar modo per discipline di forza (e forza di salto) e velocità soprattutto, ma anche in prova di resistenza alla forza. Pertanto è bene evitarlo in quanto in grado di alterare la prestazione come fase di attivazione se successivamente la richiesta tendinea muscolare sarà di impatto elevato (diverso discorso appunto per sedute di recupero).

Infine altre due strategie specifiche: la crioterapia o terapia del freddo è molto valida in quanto la vasocostrizione a causa di impacchi freddi (o vasca fredda) di acqua favorisce l’eliminazione delle scorie metaboliche; oppure il massaggio, autentico tocca-sana per uno sportivo.

CONCLUSIONI: Avrete capito come nello sport, soprattutto in quello di alto livello, nulla si possa trascurare e che si ricorra sempre agli escamotage più efficaci per favorire in questo caso il recupero e più in generale la ricerca della migliore performance atletica. E’ chiaro che tutto quello che avete appena letto rientra nelle strategie legali e naturali e che purtroppo spesso la ricerca sia orientata verso l’illegalità, mostrando un’attenzione morbosa al “mondo doping”, mondo del quale occorre conoscere i lati negativi ed i rischi per la salute per tenersene alla larga. Grazie dell’attenzione



Davide Zecchi
Dott. in Scienze Motorie

Fonte: InfinityRun



martedì 2 agosto 2016

BRUNO BRUNOD: SKYRUNNER IL CORRIDORE DEL CIELO



Le prime copie del libro Bruno Brunod Skyrunner il corridore del cielo presentato a Gressoney Saint Jean
Un pomeriggio particolare a Gressoney-Saint-Jean, nel quale è stato presentato il libro sulla vita di Bruno Brunod “Skyrunner il corridore del cielo”. Un progetto editoriale promosso dal Forte di Bard e Montura Editing, curato da Gabriele Accornero e Luca Masia, stampato e distribuito da Mondadori.
Sul palco della presentazione c'erano Augusto Rollandin, Presidente della Regione Valle d'Aosta, Gabriele Accornero, Amministratore Delegato del Forte di Bard che ha curato la realizzazione del libro e Bruno Bruno.

“Bisognava far conoscere la vita di Bruno Brunod – ha detto il Presidente Augusto Rollandin – una vita fatta delle cose semplici e genuine che si trovano ancora in Valle d'Aosta, sulle nostre montagne e sugli alpeggi, i presidi della nostra gente sulle montagne, con cui si si prende cura del territorio. La sua vita lo ha portato poi ad essere un campione dello sport, della corsa sulle montagne, dello skyrunning e negli ultimi tempi del trail, ma i suoi valori arrivano da lontano, dalla sua abitudine alla fatica, dalla passione per le sue montagne che ha portato in giro per il mondo. La sua storia è un esempio, che non deve essere perduto ma trasmesso alle nuove generazioni, per questo abbiamo pensato a un libro su di lui e quando Mondadori ha letto le bozze ha apprezzato il nostro lavoro e lo ha preso in carico. Una soddisfazione per tutti quelli che hanno lavorato a questo progetto, per la Valle d'Aosta e soprattutto per Bruno Brunod.”

Gabriele Accornero ha raccontato la genesi del libro, dagli appunti del diario che Bruno teneva della sua carriera sportiva e non solo, dei tanti racconti che amici e conoscenti hanno fatto su di lui, della sua terza vita sportiva, dopo il ciclismo, lo skyrunning e, dopo 7 anni di stop per dedicarsi al lavoro e alla famiglia, del ritorno allo sport agonistico, con il trail running e a la nuova avventura che sarà a settembre la corsa sulle alte vie 1 e 2 della Valle d'Aosta, il 4K Endurane Trail.

Infine Bruno, che ha parlato della sua vita, del suo modo di intendere lo sport, del trovare nella fatica, nella salita e nella discesa dalle montagne la continuazione dei suoi giochi di bambino che viveva un po' in paese e un po' in alpeggio, che viaggiava e trasportava le cose con la forza delle sue gambe e l'entusiasmo di un bambino che viveva la vita di quarant'anni fa. Nella mia via di cronista di piccoli sport fatti da grandi uomini, ho più volte intervistato Bruno Brunod, oltre che averci gareggiato, ma l'intervista più bella rimane quella che scrissi anni fa sulla rivista Montagnard intitolata “Le ali di Coppi per volare sulle montagne”. Come ha raccontato anche oggi Bruno, dei turisti che passavano davanti alla sua baite gli regalarono una rivista in cui c'era il racconto della vita e purtroppo della morte del “Campionissimo” del ciclismo Fausto Coppi, l'airone che aveva chiuso le ali morendo per malaria. Fu affascinato da quel personaggio leggendario, voleva diventare come lui, corsa ad Aosta a comprare la bici e iniziò la sua carriera di scalatore. Quello sport non era adatto a lui, anche se Claudio Chiappucci che divideva la stanza con lui lo definì il più grande scalatore mai incontrato, ma Bruno trovo nelle corse sulle montagne, nello skyrunning il suo sport, in cui diventò il più forte del mondo e scrisse pagine leggendarie non solo con le gare, ma anche con i record sulle grandi montagne, uno su tutti il Cervino.

Potrei continuare per pagine e pagine, ma forse è meglio comprare il suo libro in cui si racconta e se potete partecipate ad una presentazione in cui ci sarà anche Bruno, sarà sempre disponibile a firmare una copia e avrete l'occasione per conoscere un personaggio unico degli sport di montagna.




COME RIDURRE L’INFIAMMAZIONE E IL DOLORE MUSCOLARE AUMENTANDO LA PRESTAZIONE



Aumento della prestazione, riduzione dei tempi di recupero, innalzamento della soglia di affaticamento?  SI …PUO’… FAREEE…

Runners buongiorno, oggi parleremo di una terapia che già da tempo si è affermata in campo medico- sportivo- riabilitativo, ma che ancora a molti è sconosciuta: Tecar Terapia®.
La Tecarterapia (talvolta Tecar ® o anche Human Tecar ®) è una terapia che, a mio avviso, ha un indice di efficienza estremamente alto e una versatilità eccellente. Personalmente la utilizzo dal lontano 2005 e faccio prima a dirvi per cosa NON si usa, ovvero le controindicazioni principali: lesioni cutanee evidenti, ferite, pace maker, gravidanza e in patologie oncologiche in atto. In tutto il resto, nel pre e post operatorio, nella traumatologia,  nella ortopedia, nella ribilitazione, in campo estetico e ovviamente in quello sportivo trova assolute indicazioni.



Ci sono siti ultra specializzati dove chi vuole può approfondire nel dettaglio ma come mia consuetudine cercherò di spiegarvi come agisce in maniera facile e discorsiva.
Con questo strumento è possibile traferire energia biocompatibile, in grado cioè, di stimolare ad alto livello i tessuti e incrementando le capacità fisiologiche di quei sistemi che apportano ossigeno nutrimento nella zona da trattare desiderata, aiutare i processi di smaltimento della infiammazione e quindi eliminare il dolore e accelerare il recupero.
Quindi aumentiamo il flusso sanguigno, aiutiamo e incrementiamo il drenaggio linfatico, lo potenziamo e lo catalizziamo nelle strutture che ci interessano a qualsiasi livello. E’ l’operatore che decide che tessuti trattare a qualsiasi profondità poiché l’energia è prodotta all’interno dell’organismo e possiamo focalizzarla sia sui tessuti molli come muscoli e tendini sia sui tessuti duri come ossa e legamenti a nostra discrezione.

PAROLA CHIAVE: ACCELERIAMO LA RIDUZIONE DELL’INFIAMMAZIONE E DEL DOLORE.



In altre parole si stimola il metabolismo cellulare amplificando e velocizzando gli effetti fisiologici di riparazione ed eliminazione catabolica (sostanze di rifiuto metabolico da eliminare).
Sorvolando su gli altri campi di applicazione mi soffermo su quello sportivo.
RUNNER!!! Hai fatto l’allenamento della vita? Ti stai preparando per una gara importante? Certo hai di sicuro un piano di allenamento comprensivo di scarico e recuperi perfettamente allineato alle tue capacità teso al limite per migliorarti.
Ma se ti dicessi che possiamo ridurre i tempi di recupero? Che possiamo aumentare fisiologicamente la capacità dei tuoi muscoli di recuperare e quindi permetterti un altro allenamento “tirato” senza rischiare traumi, strappi, contratture in tempi ridotti?
Se ti dicessi che possiamo preparare il muscolo prima dell’allenamento affinché sia più performante (e quindi ti fermerai perché non hai più fiato non perché ti cedono le gambe), prepararlo nell’immediato pre-gara, e prevenire stanchezza affaticamento aumentando la tua performance nell’immediato post gara?

Bè, POSSIAMO!.
Potrei stare a parlarvi per ore di tutti gli effetti ma di certo non servirebbe come provarlo sulla vostra pelle.

Mi capitano ogni tanto degli scettici; sportivi che arrivano il giorno seguente l’allenamento con quel bel dolore alle gambe (o altri distretti ovviamente) facendo un po’ fatica a fare le scale; sapete che faccio? Gli tratto un arto solo!! CERTO!! Perché poi, quando escono e ridiscendono le scale, non provando più ALCUN FASTIDIO O DOLORE DA AFFATICAMAENTO nell’arto trattato (“è come se non avessi più la gamba”, “fantastico , leggerissima”, “ ehi, mi fa male quell’altra ma questa non sento più nulla” Cit.) lo scetticismo svanisce e tornano per il diverso arto da trattare.

Questo in assenza di traumi o infortuni; figuratevi in caso di “guasti”. La terapia consente di rimettervi in gara in tempi rapidissimi addirittura per veri professionisti con più applicazioni nella stessa giornata!!!!!

PAROLA CHIAVE: VIA LA FATICA, PIU’ POTENZA, PIU’ REATTIVITA
Ovvio no? Se aumento l’ossigenazione il muscolo è più elastico e reattivo quindi meno soggetto a stiramenti e strappi; l’aumento della capillarizzazione si traduce in aumento di potenza muscolare e aumento di ampiezza e forza del gesto atletico; miglior circolazione emo-linfatica significa aumento dello smaltimento delle tossine prodotte    dall’allenamento e una rapida deacidificazione.

ATLETI, RIASSUMIAMO: Vantaggi

Azione profondaLa Tecarterapia® consente un’azione profonda e omogenea, senza dispersione di energia. Azione rapidaRiduzione dei tempi di recupero. Il paziente avverte dei benefici sin dalla prima seduta. Trattamento selettivo e specifico l’effetto biologico si sviluppa esclusivamente nella zona trattata e le modalità di azione sono differenti a seconda del tipo di tessuto su cui si agisce: muscoli, ossa, tendini. La Tecarterapia® è semplice e sicura. Tutti gli strumenti sono sottoposti a rigorosi test scientifici. Adattabile l’intensità e le modalità di trattamento variano di volta in volta seguendo le variazioni tessutali di recupero e la risposta del paziente alla terapia. Integrabile si presta benissimo ad essere utilizzata  integrandola con altri trattamenti. Indolore grazie al suo carattere biocompatibile e non invasivo un trattamento con la tecnologia Human Tecar è piacevole e rilassante.

Un’ultima considerazione ma di certo prima per importanza: ci sono diverse macchine in commercio più o meno valide.

Io ne ho usate diverse nel corso degli anni e ho la mia personale casistica e preferenza basata sulla mia esperienza: utilizzo la più potente in commercio e secondo me la più valida ossia quella originale brevetto mondiale:  Tecar®, Tecarterapia®, Human Tecar®, sono marchi registrati di Unibell International. Detto questo non insinuo che le altre in commercio non siano valide ci mancherebbe, ma CHIEDETE, PROVATE E SOPRATTUTO CAMBIATE , fino a trovare la terapia e il professionista che più si adatta alle vostre esigenze e, soprattutto, prima di sottoporvi a terapie come queste, accertatevi che gli operatori abbiano frequentato gli appositi corsi formativi.
Come sempre un amichevole saluto dal vostro Fisiorun,
good night, good run and good fight!

Fonte: InfinityRun




LA SCARPA DEL TOP-RUNNER





Quante volte abbiamo associato le capacità atletiche di certi campioni nel mondo trailrunning o skyrunning alle loro calzature, come se fossero dei dispositivi miracolosi adattabili a tutti?! E magari abbiamo addirittura pensato “se le indossano loro ed ottengono quei risultati, allora posso diventare anche io un top runner!”.

E qui le aziende di settore ci vanno a nozze… “se le indossano loro, ed ottengono questi risultati, cosa aspetti ad acquistarle?”. Nel mondo del running e successivamente nel mondo del trail, spesso si adottano queste strategie di marketing e comunicazione, che si appoggiano a testimonial e ambasciatori del brand.
Ovviamente spero che tutti voi abbiate ben chiaro che non sono le scarpe a renderci/li dei fuori classe, anzi spesso esse procurano delusioni importanti, se si segue questa erronea credenza.

Eppure il filo sottile che ci separa dal pensarlo è dimostrato dai numeri. Certe aziende lanciano i propri prodotti sfruttando l’immagine di questi grandi campioni.
Ovviamente non ci trovo nulla di male, anche perché alcuni progetti vengono sviluppati proprio dagli stessi top runner, che intervengono durante le fasi di progettazione. In alcuni video vengono ripresi seduti intorno al tavolo che promulgano consigli agli sviluppatori, derivati dalle necessità insorte durante la  “loro” corsa. Spesso però non vengono prese in considerazione molte questioni tecniche e motorie.
Altro fattore molto importante per il brand di turno è l’estetica, aspetto non banale per il buon successo di un certo prodotto. Colori e forme dovranno essere accattivanti, di tendenza, dovranno rispondere ai dettami della moda del momento, magari superando anche più stagioni, in quanto i costi di sviluppo sono importanti.

Il prototipo verrà quindi testato dal top runner, che consiglierà le ultime modifiche prima di essere lanciato sul mercato. Quando sarà tutto pronto, il video-clip sarà sicuramente emozionale, prodotto dai migliori videomaker professionisti, che esalteranno tutti gli aspetti estetici della calzatura. Le scarpe verranno quindi indossate dal nostro atleta di punta, che compierà tutte le evoluzioni del caso, trasmetterà sicuramente un messaggio di affidabilità e sicurezza.

A questo punto il gioco sarà fatto, attratti da tutti questi fattori, ovvero estetica e tecnologia applicata, con una buona dose d’entusiasmo, andremmo a provarle nel negozio di riferimento. Teniamo conto che la calzatura appena indossata trasmetterà sensazioni uniche, in quanto la sua componentistica sarà perfetta, ma dopo un intenso utilizzo certe caratteristiche, naturalmente, andranno perse.

L’immagine del top runner che sfida le vette mentre corre sui crinali più impervi, sospinto da quel perfetto agglomerato di tecnologia, risuonerà e si ripeterà costantemente nella nostra mente. Questo però non cambierà i nostri soliti schemi motori, quelli sono un altro argomento, soprattutto se la progettazione è stata spinta su immagine e somiglianza del top runner, che probabilmente non potrà di certo ncontrare le necessità di tutti. Un top, non solo è stato dotato da madre natura di un “motore” differente, molto probabilmente sarà seguito da un preparatore atletico e non solo… la sua preparazione è dettata da molte ore di allenamento davvero intenso !

Quindi, facciamoci pure affascinare dalle motivazionali immagini che vedremo nei vari video, ma riflettiamo sopratutto sulle nostre capacità ed esigenze, che spesso, anzi sicuramente, non potranno emulare le gesta dei Top, a meno che se ne abbia le stesse caratteristiche e capacità.

Ascoltate i messaggi del vostro corpo… se una calzatura procura fastidi o dolori, non insistiamo!  In commercio ne esistono di vari tipi e modelli, cercate ed informatevi su quello più adatto a voi, rispetto anche alle vostre conoscenze sia tecniche che tecnologiche.
In buona sostanza, non sono le scarpe a rendere i top runner “invincibili”, ma le loro doti naturali, il loro impegno atletico costante. Certo che se poi sono supportati da una calzatura adeguata, godranno di un piccolo aiuto, ma che inciderà, senza esagerare, per non più del 10% sulle loro prestazioni.
Buone compere !

 Andrea Fergola
Istruttore Tecnico Nazionale di Trail Running Presidente Ergus Trail Team ASD



SUDTIROL ULTRA SKYRACE




Di nuovo qui, Bolzano , la sua piazza la sua gente, quell'italiano parlato con spigolosità germanica, i suoi edifici , le sue chiese, che ricordano le sue origini.

Una città incastrata nelle sue montagne come un diamante in un solitario . Lo sguardo per forza di cose va verso l'alto. Si cercano le cime , si scrutano le montagne dal basso. Il caldo soffoca il corpo, l'afa fa da padrona. Tra non molto andremo là in alto , andremo a prenderci un' altro fine settimana di alta montagna. Massimo è determinato, Mauro fiducioso, io attendista. Tutti sappiamo cosa ci aspetterà, tutti immaginiamo la partenza , il viaggio, l'arrivo .

L'attesa è snervante , fino a quando la musica si alza, la piazza si anima, gli smartfhone si alzano sorretti da braccia tese e visi sorridenti , Cinzia , la moglie di Mauro ci lancia un ultimo incoraggiamento e tutto un po' alla volta svanisce , allontanato dal quel sparo che ha dato il via alla tua corsa. Le gambe pesanti ora cercano la leggerezza , le mani stringono i tuoi bastoncini , lo sguardo scruta chi ti corre accanto e nello stesso cerca i tuoi amici. E' iniziato , si va ,si parte su una strada asfaltata disegnata con una riga retta verso il cielo. Il sudore bagna già il mio viso , la mia bocca cerca aria fresca, il mio cuore un battito regolare.

Si sale , si sale . Mauro sembra in forma.

Mauro cuore di ferro e fisico da predestinato, un anno fermo e non sembra , va su con un ritmo continuo senza pausa. Massimo procede con la sua solita sicurezza, la salita è la sua ricompensa

Io chiudo come sempre , li osservo da dietro, accompagno con gli occhi il loro andare.

La gente ai lati della strada poco a poco svanisce . Si entra nel sentiero, si comincia a respirare un aria di montagna. Le luci della città sono sempre più distanti, le cime più vicine. Le mani, le braccia le gambe si alternano in un ritmo ben scandito per vincere la salita. Una salita infinita , una salita che non da tregua, 2000 metri in pochi chilometri. Si passa dal caldo della città al vento freddo della cima. Noi sempre insieme , uniti, in racconti , ricordi e silenzi. In alto in pochi minuti ti accorgi cosa vuol dire alta montagna. Il vento freddo entra nel tuo corpo con prepotenza e in poco tempo ghiaccia tutto quel calore prodotto dal tuo salire. La prima notte è iniziata, la tua frontale illumina il sentiero. Si corre poco, le discese sono molto tecniche , la notte e i chilometri da fare consigliano calma. La notte è bella, ti regala ancora più silenzio, ti regala riflessioni, ti fa percorrere e ripercorrere la tua vita.

Ti fa isolare e nello stesso tempo confidare. Nasconde il tuo salire, i tuoi occhi non trovano la fine della salita nascosta nell'oscurità e il tuo corpo non si concentra dove si dovrà arrivare , ma al prossimo passo verso l'alto. Il tempo passa senza contarlo, nessuno di noi tre fa calcoli, siamo sempre insieme ,ci muoviamo in sintonia. Il terreno mano mano che saliamo cambia, il sentiero è sempre più roccia, la salita e la discesa sempre più impegnativa .

Il giorno ti sorprende arrivando in punta di piedi. Si impadronisce della notte senza prepotenza, accompagna il suo congedo guadagnandosi senza prepotenza la scena. Ti fa vedere un po' alla volta quello che ti sovrasta. Ti svela le cime che dovrai conquistare per far ritorno a Bolzano , la natura si risveglia pronta a conquistarsi quel poco di calore che arriverà con il primo sole,. Il congedo della notte e l'arrivo del giorno, quel punto di equilibrio che dura troppo poco per gustartelo appieno, vale il viaggio, solo quello, solo quel momento vale tutti i chilometri e la fatica che stai per fare.

La montagna , le Alpi Sarentine, sono aspre, selvagge, spettacolari nella sua bell'azza. Non sono frivole, sono essenziali,.I suoi sentieri non si perdono i troppi zig zag, vanno su dritti a cercare la forcella che ti fa conquistare la vetta. Le vallate giocano con il sole per pavoneggiarsi alla vista di chi le percorre. Incutono rispetto, la giusta attenzione, non ti concedano nulla, le devi conquistare con fermezza , sicurezza. Nascondono passaggi complicati , tratti esposti, corde per accompagnare il tuo andare. Il sole oramai è alto, scalda con prepotenza il tuo corpo. La crisi è arrivata e come è arrivata è passata. A metà gara un breve riposo ha ricaricato le pile. Mauro è quello del trio più determinato, Massimo è il nostro punto di riferimento. Arriva la parte finale , la più dura, dura per il percorso e per la stanchezza. Mancano le tre cime finali , le creste a lama di coltello e le discese lunghe infinite fino a Bolzano.

Le creste, sottili, un lembo di terra in mezzo alle due cime, tratti esposti a destra e sinistra , discese insidiose che reclamano rispetto, attenzione. Una corda d'acciaio che unisce più punti le mani strette attorno, i piedi che cercano l'appoggio, la roccia sicura tua alleata che ti tiene sospeso nel cielo, gli occhi che hanno poco tempo per scrutare ma rubano immagini flash da ricordare. L'ultima salita con le mani a cercare appoggi e le gambe a spingerti verso l'alto, gli amici che incoraggiarono con sguardi il tuo procedere.... questi sono i momenti di un ultra trail che fanno la differenza, sono attimi che conserverai a lungo.

La seconda notte arriva pre annunciata da un forte vento che ti fa tremare , un attimo e il tempo cambia repentinamente, senza preavvisi. Dei lampi illuminano il cielo, si scende in fretta si cerca di perdere quota, i tuoni in alto mettono fretta al tuo andare la pioggia e il vento lo rallenta. Questa è la montagna , non devi mai dare per scontato nulla, nulla è certo. Il freddo , la pioggia , i tuoni stanno vincendo la tua convinzione . La decisione di fermarsi al rifugio, decisione mal digerita, dettata dal momento decisione che cambia in fretta al termine del temporale, si continua si va , tutti insieme, uniti verso Bolzano , verso quella discesa in asfalto troppo ripida per apprezzarla... via verso l'arco, tutti e tre insieme , via verso la birra meritata.... un'altra avventura è andata... una birra per me e per i miei amici... alla prossima.


Massimiliano Tebaldi